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Quanti di voi credono di dedicare il giusto tempo ad ascoltare se stessi, le proprie emozioni, la natura che li circonda? Una sorta di impresa titanica: immersi come siamo in giorni tutti uguali e frenetici, questo è divenuto sentire persino il nostro stesso battito.

Corriamo più velocemente possibile senza neppure il tempo per pensare a ciò che lasciamo indietro; senza neppure domandarci se il motivo per cui lo facciamo valga il sacrificio. Non sto scrivendo nulla di nuovo: sappiamo tutti che così non va, sia come società che come persone, eppure eccoci a fissare uno schermo anziché puntare lo sguardo alla vita vera.

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Come tanti, spesso mi riprometto di rallentare il passo, ma un attimo dopo mi passa davanti qualcosa ed eccomi lì, di nuovo a dimenticare tutto. Come se non bastasse, la smania di tagliare traguardi ci spinge a dedicare tempo a rapporti e persone che non ci fanno star bene; intensamente e a gran fatica, finché non si disimpara a sentire persino il proprio respiro.

Andiamo alla riconquista del sentire, facciamo ciò che ci piace, ridiamo e siamo autentici! Nulla conta di più.

Queste giornate spese così – con una sveglia che ci scaraventa giù dal letto e la TV fino ad addormentarci quando siamo troppo stanchi per tutto il resto – non possono essere la quotidianità. Di tanto in tanto ci crediamo pure in gamba a tenere il ritmo, invece è una superficialità che non ci appartiene. Andiamo alla riconquista del sentire, facciamo ciò che ci piace, ridiamo e siamo autentici. Nulla conta di più.